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LE CORPS DE JEANNE​

Io Santa, io eretica, io che per Te ho lasciato ogni cosa, io vergine-casta, io strega, io visionaria, io maschio mancato, io cenere, io a 15 anni ragazza-soldato...(Materiali di scrittura di scena | S. Battaglio)

Ideazione, regia e interpretazione Silvia Battaglio

Scrittura di scena liberamente ispirata a Il processo di Giovanna D’Arco (Teresa Cremisi)

Suggestioni cinematografiche La passione di Giovanna D’Arco (C.T.Dreyer), Giovanna D’Arco al rogo (R. Rossellini), Il processo di Giovanna D’Arco (R.Bresson)

Rielaborazioni sonore G.u.p. Alcaro

Video e disegno luci Lucio Diana

Riprese video Elena Maria Olivero

Produzione Tangram Teatro in collaborazione con Biancateatro

Con il contributo di Sistema Teatro Torino, Regione Piemonte, MIBAC Ministero per i Beni e le Attività Culturali

E’ una storia d’amore quella che ci propone la Battaglio. Amore trascendente e immanente fatto di abiura e riconversione. A quale amore tende Jeanne-Silvia? Il soffio mistico spira vigoroso. Ma non è soltanto questo. Ciò che avviene è una specie di ricomposizione, di ricongiungimento dopo le scissioni. E’ questo che conta. E silvia lo fa con la tecnica sua propria, mescolando parola, danza, musica, immagine. (…) Elaborati magnificamente da Lucio Diana, i filmati proiettati sul velario che separa l’interprete dalla platea, sono un’entità dialettica, uno specchio dell’eroina, un suo complemento e completamento. Anche qui come a Donremy la Pulcella sente le voci. Ma le giungono per telefono. Sono le voci di Santa Caterina e dell’amato San Michele, sono le voci che la fanno precipitare negli inferi e la risollevano verso una sfera pacificata e tersa. (Osvaldo Guerrieri | LA STAMPA)

 

Ma è davvero necessaria una missione nella vita?”; resta in memoria questa battuta di Le corps de Jeanne (...). Non c'è il fuoco in questa pièce pastello, tranne che nel rosso intenso della lunga gonna indossata dall'interprete, che è anche autrice e regista. Pochi oggetti appesi, impiccati, circondano il tormentarsi della fanciulla che a tratti è anche gioioso, è l'andirivieni umorale di ogni latitudine. C'è un telo, fa da quarta parete, isola l'attrice e funge da schermo, sul quale scorrono filmati datati e video con primi piani di piedi nudi tra l'erba, ci sono parole di lungometraggi d'epoca, c'è un messaggio di pace, che trapela da tutto un discorso puntellato di movimenti nervosi e fluidi, dalla danza sussurrata di una giovane performer che ha raccolto e filtrato la sua formazione multidisciplinare. E c'è condivisione nello spettatore, condotto con delicatezza ad immergersi nel labirinto di questa tela. Senza strepiti, Jeanne aggroviglia il pubblico in un rito laico, in una cerimonia aperta, a cui prendere parte totalmente. (Maura Sesia | SISTEMA TEATRO TORINO)

 

Con Le corps de Jeanne la Battaglio aggiunge la componente video ad un modello di comunicazione fondato sull’interazione tra teatro, danza e musica; è chiaro sin da subito come l’intenzione non sia quella di effettuare l’ennesima rilettura storica dell’eroina francese, personaggio già ricco di una galleria di studi teatrali. La volontà piuttosto è dar vita ad un vivido ritratto di immagini, parole e suoni con protagonista una donna di nome Jeanne: una donna che potrebbe avere altri nomi perchè ciò che conta è evidenziarne la figura nell’attesa di una scelta. Sessanta minuti di intensa suggestione dove le parole si alternano a musiche verdiane ed a quella Histoire d’un amour con cui Dalida-Jeanne-Silvia suggella la sua esperienza di vita e di fede.  (Roberto Canavesi | TEATROTEATRO)

Uno spettacolo pieno e ricco, che prende linfa da qualsiasi campo artistico per trarne la migliore delle sintesi. Prosa, musica, video, danza e teatro si sposano perfettamente con l'arte in una dimensione creativa e al passo con i tempi. Finalmente uno spettacolo giovane che parla un linguaggio fresco, da fusion art in cui si percepisce la sensibilità per l'arte tout court. (Giovanni Bertuccio | WHIPART)

Lo spettacolo - frutto di un lavoro che miscela teatro, danza e linguaggio multimediale - attraversa il tema dell’eroe in relazione al divino, laddove Giovanna D’Arco è mito, santa, guerriera, eroina dai molteplici e sfaccettati aspetti. Forse siamo eroi solo in relazione a un determinato momento della nostra vita, quando le circostanze ci portano a entrare in contatto con la nostra anima fino a un’integrità che ha qualcosa di divino e che trascende la morte. Eppure esiste una ‘fine’ più terribile di quella corporea, è la fine di chi si guarda riflesso e non si riconosce, di chi ha smarrito gli ideali in favore dei compromessi che la vita spesso impone. In questo smarrimento - tra voci, immagini moltiplicate e suoni - il corpo di Jeanne è lì, come un reduce di guerra, in attesa di un nuovo destino, forse cerca pacificazione, forse attende che l’amore di Gesù si mostri ancora una volta ai suoi occhi. Immagino Jeanne come la storia ce la consegna, la immagino nel momento in cui firma l’atto di abiura di cui poco dopo si pentirà, riaffermando le sue convinzioni e consegnando il suo corpo al fuoco pur di salvare il suo amore, la immagino come una donna di oggi, contraddittoria, divisa tra quel che credeva di essere e quel che è diventata: forse Jeanne confonde la realtà e la trasforma in visione, sperando ancora di essere l’eroina di un tempo, vivendo di quelle illusioni che ci camminano affianco tenendoci in vita e alimentando il fuoco delle nostre passioni.

SCHEDA ARTISTICA

SCHEDA TECNICA

RASSEGNA STAMPA

VIDEO PROMO

PHOTOGALLERY

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