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LA SPOSA BLU

Da quando non sono più tua, la mia libertà soffia impavida tra le rughe di questi muri e apre stanze infinite, oltre la porta dietro cui tu nascondevi lo scrigno delle tue paure. (Materiali di scrittura di scena | S. Battaglio)

Ideazione, regia e interpretazione Silvia Battaglio

Scrittura di scena liberamente ispirata a Barbablu’ (Charles Perrault)

Suggestioni letterarie William Shakespeare, Georgi Gospodinov, Antonio Ferrara, Fratelli Grimm

Suggestioni musicali Georges Bizet, Fazil Say, Georg Friedrich Handel. Louis Ferrari

Testi, voce ed elaborazione musicale Silvia Battaglio

Disegno luci Tommaso Contu

Produzione Zerogrammi

Coproduzione Istituto per i Beni Marionettistici e il Teatro Popolare, Festival INCANTI, Officine CAOS/Residenza Arte Transitiva

In collaborazione con Casa LUFT, Tangram Teatro, Fondazione Gruppo Abele 

Con il sostegno di TAP Torino Arti Performative, Regione Piemonte, MIC Ministero della Cultura

 

Sono passi leggeri, veloci, movenze quasi impalpabili, dal gesto minimo e regale. Una coreografia che costruisce figure di commovente teatralità. Un gesto materno, una carezza tenendo la marionetta sul proprio grembo come una Pietas blasfema e profana del nostro tempo che ha conosciuto la ferocia della guerra, la fuga da mondi in fiamme. Ecco il miracolo che Battaglio, tra danza e uso teatrale delle splendide marionette, compie: queste iniziano a muoversi come la sposa, riacquistando, donne vilipese, donne violate, donne messe all’angolo, il movimento, la gestualità di chi reclama con urgenza il ritorno alla vita. (Walter Porcedda | GLI STATI GENERALI)

Tra fantasia e realtà, ‘La sposa Blu’ – produzione Zerogrammi in collaborazione con Biancateatro, con disegno luci di Tommaso Contu – è una moderna favola che affronta con un linguaggio poetico e visionario un tema scottante e di crudele attualità. (Anna Brotzu | SARDEGNA REPORTER)

L'ultima creazione di Silvia Battaglio è una prova di straordinarie e mature intelligenza scenica e plastica corporea. Un corrusco sogno romantico, figurativamente degno dei più fluidi fantasmi di Füssli, con una capacità di animazione e trasfigurazione – anzi di “respirazione” – dello spazio scenico che è davvero raro incrociare. (Franco Perrelli | UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI BARI)

 

Silvia Battaglio con grande capacità creativa scrive, dirige e porta in scena “La rosa blu” di Charles Perrault, La costruzione drammaturgia de “La sposa blu” spazia in modo armonico dal teatro fisico, alla danza fino alla sperimentazione. I lignei corpi inanimati delle consorti di Barbablù sentendosi non più prigioniere riprendono vigore e raccontano la loro realtà sospesa con il mondo fiabesco da dove provengono. La loro rinascita assume per tutte una nuova speranza di vita. Silvia Battaglio con grande capacità attoriale entra dentro il suo personaggio con grande forza emotiva. Uno spettacolo evolutivo che incanta e commuove il pubblico presente. (Giuliano Angeletti | CORRIERE DELLO SPETTACOLO)

Uno spettacolo che scuote le corde più intime, che tocca picchi di introspezione emotiva e iconografica, lasciando agli spettatori un cuore pulsante di meraviglia. (Alan Mauro Vai | TEATRIONLINE)

 

Spettacolo intensissimo, che parte dalla celebre fiaba di Charles Perrault, “Barbablù”, per segnare un cammino di scoperta. Silvia Battaglio rinuncia alla parola, se non come lacerto di memorie, e si abbandona a una drammaturgia sonora e corporea, dove la sua fisicità è costantemente in dialogo con quella di tre marionette antiche, evocazione e simulacro delle spose di Barbablù. Carne e legno si compenetrano, fondendosi in una trama di rimandi allusivi, di gesti, di sguardi, di disarticolazioni come viatico di conoscenza. Bell’esempio di scoperta e utilizzo del linguaggio del teatro di figura fuori da ogni retorica, per aprirsi a nuove seduzioni e altre vie di ricerca. (Alfonso Cipolla | LA REPUBBLICA)

Ci sono spettacoli che si impongono come sintesi di linguaggi performativi nutrendosi al loro interno di quelle potenzialità in grado di ben rappresentare un panorama espressivo prossimo alla completezza: rientra nel novero di questi La sposa blu ideata, diretta ed interpretata da Silvia Battaglio. Come sempre accade nei lavori dell’attrice e danzatrice torinese, l’esito scenico è il risultato di una ricerca artistica caratterizzata da un linguaggio ibrido dal forte segno evocativo. (Roberto Canavesi | TEATROTEATRO)

 

Silvia Battaglio, valente attrice e danzatrice, che apprezziamo da diversi anni, si mette in scena nel rappresentare senza parole un’esistenza colpita da un accadimento perturbante. Forte e notevole creazione, espressa con grande partecipazione emotiva e perizia teatrale. (Mario Bianchi | KLP TEATRO)

LA SPOSA BLU è una scrittura di scena per performer e marionette che - attraverso l’interazione scenica con tre storiche marionette degli anni ’40 appartenenti alla collezione Toselli - percorre gli archetipi e i contenuti della fiaba, aprendo un possibile sguardo sul presente.

Lo spettacolo, dopo l'anteprima nel 2021 al Festival INCANTI, ha debuttato nel 2022 nella stagione della TPE - FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA, ed è costruito intorno alla figura della sposa di Barbablù che - non conformandosi al classico femminile delle fiabe e non omologandosi ai dettami del consorte - opta per una sorta di ‘legittima difesa’ e si oppone al violento destino che il marito vorrebbe consegnarle. Puoi aprire soltanto le porte delle stanze che dico io, sono le parole che Barbablù ripete, impostando la relazione affettiva all’insegna del possesso, della paura e del controllo: è nel rifiuto di questo ricatto che la sposa Blu decide di aprire la porta segreta al di là della quale scopre i corpi occultati delle precedenti marionette-spose che, tornando in vita, scivolano dentro un ‘racconto’ sospeso tra fiaba e realtà, dove l’elemento della trasgressione assume il valore di una redenzione salvifica.

Aprendo quella porta segreta che di fatto la porterà a mutare la trama del suo ‘destino’, la sposa Blu avvia un processo di ‘sospensione dell’irrevocabile’, affrancandosi da un’esistenza costruita sull’inganno e sul possesso. Nel suo delicato percorso di riscatto e trasformazione, la sposa Blu aspira alla ricerca della luce che abita nei luoghi arcani dell’oscurità e - incarnando il desiderio di non lasciarsi manipolare dalla violenza - attraversa il vasto abisso del potere, metaforicamente rappresentato da Barbablù, per riemergere e parlarci d’amore e liberazione, nella scoperta di noi stessi oltre gli stereotipi di genere.

ll lavoro, risultato di una drammaturgia ibrida il cui linguaggio è collocabile tra il teatro fisico, la danza e il teatro di figura, si ispira metodologicamente allo studio sulla biomeccanica della marionetta, secondo la prassi di Mejerchol’d e alla poetica di Von Kleist ampiamente articolata nella sua opera letteraria Sul teatro delle marionette. Assecondando la particolare mobilità dei corpi delle marionette, la loro innata espressività e grazia, lo spettacolo è caratterizzato da un linguaggio plastico costruito per quadri e ambienti sonori, una favola contemporanea, con le sue luci e le sue ombre, in cui poter scorgere ancora una volta tracce del nostro tempo.

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