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POETICA

Il teatro resiste come un divino anacronismo. (Orson Welles)

Esiste, nella mia personale esperienza, un legame indissolubile con il processo di creazione che accompagna la nascita di uno spettacolo, si tratta di una forma di rapporto liquido attraverso il quale l'urgenza creativa diventa quotidiana scoperta e costante ridefinizione, permettendomi l’apertura al vasto mondo dell’immaginazione che mi invita, ogni volta, a esplorare un piccolo nuovo viaggio creativo, dentro un viaggio infinito. Esiste, allo stesso modo, un legame indissolubile tra il processo creativo e l’esperienza della vita nel suo manifestarsi: le persone, gli incontri, l’ambiente, l’avvicendarsi delle stagioni, le illusioni, gli eventi, perfino i sogni, in qualche modo, entrano nel processo di creazione, definendone contenuti, forma, direzioni e temperatura.  

 

All'inizio di ogni nuova creazione attraverso sempre un intenso periodo “preparatorio” di studio, dedito alla lettura, alla scrittura e alla raccolta trasversale dei materiali necessari (fonti letterarie, opere musicali, materiali fotografici, oggetti di scena, opere cinematografiche e teatrali), ovvero tutto ciò che in qualche misura è connesso all’argomento che desidero portare in scena: questa è una fase meravigliosa e fondamentale, perché alimenta la spinta propulsiva dell’immaginazione e concorre a definire il “corpo”, gli strati invisibili, ma essenziali, che andranno a sostegno dello spettacolo, ovvero del visibile.

 

Alla  prima  fase  di  raccolta  e studio  dei materiali,  succede la  fase  dedicata  alla sperimentazione, durante la quale - attraverso gli snodi drammaturgici che via via andranno definendosi - inizio a lavorare per stratificazione e accumulo di possibili scene teatrali, all’interno delle quali danza e teatro, di pari passo, andranno miscelando il loro linguaggio, verso una forma il più possibile organica. Nel corso di questa fase, molti dei materiali di scena creati saranno successivamente eliminati, per lasciare spazio soltanto a ciò che davvero sarà funzionale allo spettacolo, che comunque conserverà - negli strati più profondi – le tracce di quei materiali precedentemente realizzati, fondamentali per definire la natura e dare sostegno al lavoro, una sorta di muscolatura profonda, di memoria, che non si vede ma c’è e che andrà a sostegno della terza fase, quella dedicata alla composizione, durante la quale - una volta selezionati i materiali - andrà definendosi la drammaturgia, il corpo e la struttura ritmica del lavoro, fino ad arrivare alla nascita dello spettacolo nell'incontro con il pubblico.

 

Nell'aprirsi al pubblico la creazione dialoga, proiettando la propria vita teatrale verso una graduale e armoniosa crescita, aspirando a far fluire in modo organico tutti gli elementi di cui è costituita mediante un invisibile equilibrio drammaturgico e diventando parte di quell'atto collettivo, che fa del teatro lo spazio unico, materico e metafisico in cui poterci aprire all’immaginazione e alla riflessione sul mondo.

Attraverso la rivisitazione delle grandi opere teatrali appartenenti al repertorio classico e contemporaneo, il processo di creazione è scavato nel solco di una ricerca teatrale che affonda le sue radici nella consapevolezza di quanto l'immenso lavoro di artisti, del calibro i Jerzy Grotowski, Tadeusz Kantor, Peter Brook, Pina Bausch, abbia saputo influire sul panorama culturale mondiale, lasciandoci in dote un'immensa eredità. Il lavoro di creazione si è recentemente aperto anche al teatro di figura ed è da sempre orientato alla scrittura di scena, alla ricerca drammaturgica, alla sperimentazione dei linguaggi, attraverso la costruzione di un linguaggio ibrido collocabile tra il teatro e la danza, in grado di aprire un possibile sguardo sul rapporto dell'uomo con il mondo. 

 

L'osservazione e l'ascolto della realtà fanno sempre da innesco all'urgenza poetica che ha visto negli anni il susseguirsi di temi quali identità, potere, genere, famiglia, diversità, intorno ai quali è andata delineandosi la progettualità che ha fatto da guida al lavoro creativo degli spettacoli fino ad ora realizzati. Il lavoro di creazione nasce sempre dalla relazione con il corpo - non dalla danza in senso stretto - ma dal corpo che si fa danza e scivola organicamente nella voce, attraverso un linguaggio interdisciplinare e tecnicamente codificato. In quest'ottica, il training fisico-vocale accompagna costantemente il lavoro, esso è costituito da elementi di derivazione Grotoswkiana, di biomeccanica, di analisi del movimento, di canto e studio delle tecniche vocali, e si inserisce come pratica fondamentale, accompagnando sia la costruzione delle creazioni che l'attività pedagogica. 

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